Stanze vuote, addio
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Rina Gatti
Stanze vuote, addio
Due anime smarrite nell’Umbria contadina
del secondo dopoguerra
isbn: 978-88-97738-17-6 // 362 pp // 16,00 euro
«[...] L’originalità di questi scritti non sta soltanto nelle circostanze singolari [...] di come e quando essi sono usciti dalla tenace penna di una contadina di oltre sessantacinque anni, che in tutta la vita aveva scritto soltanto poche lettere per conto di parenti analfabeti. Ma perchè almeno altre due caratteristiche li rendono quasi unici.
Il fatto è che Rina Gatti, nel rievocare i dolori, le pene, le faticose e rare ma intense gioie della sua esistenza, ci dipinge anche un quadro di vita italiana visto da una donna, dall’“altra metà dell’universo”. E ancora: Rina racconta il mondo dei sommersi visto dalla parte dei sommersi; che qui non sono oggetti, ma soggetti pensanti e dolorosamente senzienti della loro condizione di sommersi. Per trovare libri simili bisogna ritornare alla letteratura realista di un tempo che fu: con la differenza che la vita dei miserabili veniva de- scritta, con arte e coscienza, da scrittori di professione, che magari ce ne fossero ancora. in questi libri è stata descritta e rivissuta da uno di loro. anzi, da una di loro» (dalla «Prefazione» di arrigo Levi).
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